Il timo è l’organo dove avviene la differenziazione e la maturazione dei linfociti T e in questo processo le cellule epiteliali dello stroma timico svolgono un ruolo cruciale. Nell’uomo, la sindrome di DiGeorge ha da sempre rappresentato il prototipo dei disordini da differenziazione del timo. Nel modello murino, lo studio dei fattori coinvolti nella differenziazione del timo ha portato alla identificazione del fattore di trascrizione denominato FOXN1 come essenziale sia per la differenziazione del timo che per le strutture epiteliali cutanee. Topi difettivi in questo gene presentano un grave deficit immunitario e assenza di peli (“Nude phenotype”).
L’equivalente umano del topo “Nude phenotype” è stato descritto per la prima volta nel 1996 dal gruppo di Pignata. La presenza di un elevato numero di portatori eterozigoti nel villaggio di provenienza del paziente descritto, ha, da una parte richiamato l’attenzione sul rischio relativamente elevato della trasmissione della malattia in quella popolazione, e dall’altra, ha aperto la possibilità di offrire una diagnosi prenatale. Nel presente lavoro si parla della diagnosi prenatale da difetto di FOXN1 in un paziente appartenente a quella popolazione.
A seguito dell’interruzione di gravidanza è stato possibile studiare l’effetto di questo gene negli stadi più precoci della differenziazione dei linfociti T. L’analisi delle sottopopolazioni linfocitarie in questo paziente ha evidenziato una significativa riduzione delle cellule CD3+ e nessuna di queste cellule era CD4+; un considerevole numero di cellule CD8+ era presente, nessuna di queste cellule esprimeva il CD3. Questi dati depongono per un arresto precoce dei linfociti T allo stadio della espressione della catena alpha della molecola del CD8. Il prodotto del gene FOXN1 viene espresso nelle cellule epiteliali del timo. In assenza di questo gene le cellule epiteliali non sono in grado di interagire con i precursori dei linfociti T presenti nel timo e di inviare alle cellule CD8+ segnali che ne inducano la progressione maturativa. E’ un altro esempio che imostra come le malattie siano di aiuto nel capire la fisiologia dei processi biologici.
Commento di: Alessandro Plebani
Director of Pediatrics Clinic
University of Brescia-Spedali Civili