Attualmente, oltre l’80% dei bambini affetti da Leucemia Acuta Linfoblastica (LAL) guarisce mediante l’utilizzo di regimi polichemioterapici adattati al rischio di ricaduta del paziente. Tuttavia fino a due terzi dei bambini trattati con successo presentano effetti collaterali a lungo termine provocati dalle alte dosi di chemioterapia. L’obiettivo principale della moderna terapia delle LAL pediatriche è costituire una sempre più adeguata stratificazione dei pazienti adattata sul rischio biologico e clinico e concepire trattamenti sempre meno tossici e mirati.
Gli anticorpi monoclonali agiscono in modo altamente selettivo su cellule che esprimono il target molecolare, consentendo diaggirare i meccanismi alla base della chemioresistenza ed eventualmente di limitare le dosi e gli effetti collaterali della chemioterapia tradizionale.
Il lavoro di Kantarjjan e colleghi è di notevole interesse per l’analisi critica sul ruolo dei principali anticorpi monoclonali nella terapia delle LAL: accanto ad quelli ormai facenti parte dello standard of care di alcune leucemie, vengono descritti nuovi agenti come Epratuzumab - anticorpo monoclonale antiCD22, antigene espresso nella maggior parte delle LAL a precursori B e B mature - e Blinatumomab - anticorpo monoclonale bispecifico antiCD3-CD19, in grado di stimolare la risposta citotossica delle cellule T verso i blasti esprimenti CD19. Sebbene l’esperienza in ambito pediatrico sia ancora notevolmente limitata, gli studi fino ad ora condotti hanno dimostrato risultati incoraggianti in termini di ottenimento della remissione anche in malattie refrattarie e in termini di sicurezza. Il trattamento molecolare mirato con monoclonali è un approccio estremamente promettente per la cura delle LAL pediatriche e questi due nuovi anticorpi rappresentano di certo lo scenario più promettente nell’immediato futuro.
Parole Chiave
Leucemia Acuta Linfoblastica, Anticorpo monoclonale, Epratuzumab, Binatumomab.